Milan Fashion Week: i miei pensieri

Dopo una giornata di relax totale, torno qui sul Caffè a scrivervi e a ricambiare tutti i vostri commenti sui vecchi post.

Ormai la settimana della moda milanese è finita, ma con lei sono cominciate tante nuove amicizie, come quella con Carla e Mìcol e si sono rafforzate altre vecchie, come quella con Ylenia. Il team che avevamo costruito noi quattro è stato fortissimo e vincente, abbiamo condiviso emozioni di sfilate e di presentazioni, certi problemi logistici e alcuni imbarazzi, che, pur rari, ci hanno lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Trovare complicità degli altri è stato quanto mai naturale tra di noi, che nutriamo più o meno gli stessi interessi e ci scambiamo piccole curiosità della nostra vita che esulano dal mondo del fashion.

Ci siamo accompagnate vicendevolmente in questo viaggio, dandoci man forte e coraggio quando è caduta una macchina fotografica (la mia!) o quando dovevamo entrare nel backstage (di Sergei Grinko).

Il gioco è sempre valso la candela durante questa settimana: la stanchezza è sempre stata superata dalla soddisfazione e dalla contentezza per una sfilata o una presentazione.

Durante questa Fashion Week ho vinto anche certi imbarazzi, legati al considerarmi una specie di blogger sfogata (non dico di non esserlo) che mi bloccava nel chiedere ad esempio alle blogger che seguo se potevo far loro una foto o a manifestar loro la mia felicità nell’incontrarle.

Stavolta mi sento cresciuta, sento di aver imparato che di tacchi è meglio portarne un paio e che le sovrapposizioni sono vincenti quando è freddo fuori, che i sorrisi e le scarpe coi brillantini conquistano molti più fotografi di un viso serio o di una borsa firmata e che buttarsi, anche se si è un po’ timorosi, è spesso la miglior cosa da fare.

Aver coraggio, osare, quando, in fin dei conti, non si ha nulla da perdere.

Irene di Onto my Wardrobe

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