Cammino di Santiago: la mia partenza

Cammino di Santiago: la mia partenza, perchè il cammino comincia quando prenoti il viaggio di andata. Comincia ancora prima di partire, di prendere quell’aereo che darà il via ad un’avventura con se stessi.

Cammino di Santiago: la mia partenza

La decisione di intraprendere il cammino di Santiago è esplosa in maniera violenta l’anno scorso: è arrivata come una specie di folgorazione, come quando si affacciano nella testa quelle risposte perfette e così semplici alle difficoltà della vita. La verità è che, come è ovvio, anch’io come chiunque altra persona ho i miei pensieri e i miei problemi, ma non pretendo affatto che Santiago sia la soluzione, anzi… Per me Santiago è un bellissimo salto nel buio, una di quelle pazzie per cui durerò fatica ma che, comunque vada, mi regalerà un tesoro inestimabile. Io parto per arrivare fino in fondo. Nei mesi precedenti alla prenotazione del volo l’idea di fare questo cammino non perdeva la propria forza (io per decidermi definitivamente ho bisogno proprio di questo genere di cose, la costanza) anzi, la acquistava e diventava quasi un bellissimo appuntamento che mi cullava prima di addormentarmi: cosa portarmi nello zaino, quale sacco a pelo sarebbe stato migliore, scarponi o scarpe da ginnastica, reflex o non reflex… mi ricordo che una volta queste domande anzichè cullarmi mi hanno tenuta sveglia fino alle quattro, ma questa è un’altra storia. Il momento però in cui il cammino è stato reale e vero, è stato proprio quando ho prenotato il volo… Mi ricordo come se fosse successo qualche ora fa i sentimenti che mi hanno accompagnato durante la scelta delle diverse soluzioni. Avevo due punti fermi, quella di passare il compleanno a casa e quella di tornare approssimativamente a metà giugno: le date della mia partenza si sarebbero dovute collocare perciò tra il 14 maggio e il 16. Mio padre ed io abbiamo valutato ogni percorso possibile inimmaginabile: abbiamo visto che è possibile arrivare a Saint Jean, il paese in cui inizia il cammino, praticamente solo con un treno che parte da Bayonne sì e no quattro volte al giorno (nei casi migliori). La domanda era dove fare scalo: Londra, Bruxelles, Pamplona, Pau, Bordeaux o Lourdes? Non mi voglio dilungare su quanto ci abbia messo a decidere, ma vi basti sapere che ho pianto, perchè poi è un mistero ancora per me, ma penso dipenda da una marea di fattori… Ho scelto la soluzione più conveniente, quella che, facendo scalo a Bruxelles, mi avrebbe fatto arrivare a Biarritz in tempo per poi prendere il treno per Bayonne e infine Saint Jean, giovedì 12 maggio, un giorno prima del mio compleanno. Prima di dire “sì” mi sono nascosta nel cuscino: mi ha fatto un’impressione stranissima il pensiero di festeggiare il mio compleanno da sola, lontana dalle persone che amo, e il fatto di dover cominciare a camminare proprio per i miei 23 anni mi ha creato un po’ di tachicardia. Il fatto è che lascio me stessa a casa, in tutti i sensi, lascio il mio armadio, i miei trucchi, i miei vezzi e le mie distrazioni e mi fa strano, non paura, proprio “strano“: è un’emozione grandissima, indescrivibile, che sussurra nelle orecchie che dovrai metterti le gambe in spalla e aprire il cuore per 800 chilometri, dovrai ascoltare il tuo fisico, la fame e la sete e dovrai essere pronto a tornare indietro per poter andare avanti. “Prenotiamo.” “Allora va bene se festeggi il compleanno a Saint Jean?” “Va benissimo” Ed è così che è cominciato il mio Santiago. Ringrazio mia madre che il giorno prima della prenotazione mi ha consolato mentre piangevo come una fontana e il giorno dopo mi ha sostenuto nella mia decisione. Ringrazio mio papà che ha avuto la pazienza di starmi dietro e di amarmi nella sua forma strana di ansia. Ringrazio Pietro le cui ore spese da Decathlon si sono accumulate nel mio zainetto. credenziale-santiago-compostela-2 credenziale-santiago-compostela-3 credenziale-santiago-compostela-4 credenziale-santiago-compostela

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Francesca Giagnorio

Content creator appassionata di fotografia! Vivo in mezzo alla natura e ho trovato la mia anima nel cottagecore.

5 Commenti


the bag girl
12/05/2016 at 13:43
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Non sarai sola per il tuo compleanno… ci saremo tutti noi a pensarti da qui.
Mi hai fatto commuovere, sono con le lacrime in ufficio in pausa pranzo, mannaggia a te!
Buon viaggio tesoro, tienici aggiornati <3
C.


Jules
12/05/2016 at 18:35
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Buon viaggio tesoro e in bocca al lupo per tutto, e sappi che non sarai mai del tutto sola! :-*

http://julesonthemoon.blogspot.it/


Concetta
13/05/2016 at 11:27
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In bocca al lupo! Buon viaggio!
Baci
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Viki
13/05/2016 at 19:21
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Sarà un esperienza unica…..buon viaggio. …
http://Www.ladyveryglamour.com


Fotoregali.com: quando basta poco per dar vita a un ricordo dei tuoi viaggi
07/08/2017 at 16:53
Reply

[…] Dall’anno scorso ho avuto la bellissima occasione di viaggiare più spesso. Mi ritengo fortunata, davvero. Quando viaggio ho l’abitudine di non portarmi troppo, tant’è che le mie valigie sono mezze vuote il più delle volte, ma chissà perché poi a fine viaggio lievitano un po’. Sono sicura che anche tu quando devi ripartire verso casa devi salire sulla valigia per chiuderla.💼 […]


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