Ad oggi sono tre anni che ho fatto il Cammino di Santiago da sola. In questo intervallo di tempo ho sempre provato una grandissima nostalgia di quei momenti dedicati solo e soltanto a camminare e a riflettere sulla Strada prendere.
Sì, il 13 maggio 2016 sono partita per per Cammino di Santiago per conto mio. Sinceramente? Regalo di compleanno più bello non me lo sono mai fatto.
Ho fatto il Cammino di Santiago da sola ed è stato bellissimo
Perché sono voluta partire da sola per il Cammino?
Il 2016 è stato un anno di grandi scelte: ho smesso di frequentare l’università e dovevo decidere cosa fare della mia vita. Avevo inoltre il cuore “irrisolto” e il Cammino ha risposto alle domande che avevo, tirando fuori i miei sentimenti. Le problematiche che dovevo affrontare erano solo e soltanto mie, così come il momento storico. I miei amici stavano continuando l’università, i miei genitori mi guardavano in attesa che decidessi, ed io? Io ero ferma, senza sapere se buttarmi in una nuova avventura o tornare indietro. Con questo grande punto interrogativo ho scelto la via del Cammino, che dovevo intraprendere necessariamente da sola. Ero io infatti che mi dovevo decifrare, era il mio futuro che doveva essere definito, cose che potevo fare solo e soltanto io. Nonostante sia partita per il Cammino francese in solitaria, lungo il percorso ho incontrato tante bellissime anime. Ragazzi italiani e non mi hanno affiancato per qualche tappa o addirittura sono arrivati fino a Santiago con me.Ha senso cominciare il Cammino da sole?
Non c’è stato un momento in cui non mi sia sentita al sicuro, sia che mi trovassi in piena città o sulle mesetas. Mi sono sempre sentita protetta nonostante la solitudine di qualche momento. Da un certo punto in poi però, cominciare a camminare in compagnia mi ha donato non solo più sicurezza, ma mi ha fatto apprezzare doppiamente il Cammino. Se infatti all’inizio c’è quella grandissima adrenalina della partenza, dopo qualche tappa i primi acciacchi e dolori si fanno sentire. Per quanto riguarda me, ad un certo punto ho sentito che non bastava più solo e soltanto la mia motivazione, ed è stato lì che ho cominciato a legare di più con gli altri pellegrini. Se in un primo momento (e anche nel corso del Cammino) ho avuto bisogno di stare per conto mio per ascoltarmi, per la maggior parte del tempo mi sono poi arricchita con la compagnia e le storie degli altri. Logrono è stata la città che mi ha fatto capire quanto dovessi stare in ascolto per poter crescere e continuare a camminare. Granon mi ha regalato canti e danze, Mattia, Andrea, Leo, Vittorio e Matteo che è stato una sorta di angelo custode. Con loro ho condiviso i sentieri, le strade asfaltate e le vie delle città che abbiamo accarezzato, ma non solo. Camminando ci siamo raccontati, chi con più scioltezza, chi con più riserbo, ma ci siamo donati a vicenda senza aspettarci niente dall’altra parte, se non ascolto.Il momento più intenso sul Cammino di Santiago
È stato infatti con Matteo che ho condiviso il momento più intenso del Cammino: la Cruz de Hierro. Non penso di aver mai pianto così tanto in tutti i miei 26 anni come allora e di essermene fregata altrettanto. Lì, nel punto più alto del Cammino, dove tutti lasciano i propri pensieri e le proprie pesantezze, io mi sono sentita “giusta” e libera. Se negli anni passati tutte le mie insicurezze erano state mura invalicabili, in quel momento si è ridimensionato tutto, trasformando quella fortezza in piccoli ostacoli che piano piano avrei superato. Mi ricordo ancora quel pomeriggio di sole alla Croce, con Matteo in silenzio ed io che continuavo a piangere come una fontana. Nonostante fossi da sola in quello stato d’animo, mi sentivo amata e “risolta”. Con quello stato d’animo, abbiamo preso la nostra mocilla e siamo scesi a El Acebo, per poi continuare a camminare fino alla meta finale con Dario, Anacleto e Carlo (di cui vi ho parlato nelle Storie). Da quando ho concluso il Cammino ne è passata di acqua sotto i ponti. Ho imparato a conoscermi meglio e ci sono stati molti viaggi in solitaria in cui non ho mai avuto paura. Ho capito come equilibrare le mie passioni per moda, makeup e cose considerate un po’ frivole con cose un po’ più “impegnate”. Ho compreso che è bellissimo essere in grado di amare la propria solitudine e allo stesso tempo portare nel cuore le storie di chi si incontra sul proprio Cammino. Ora come ora tornare a camminare è uno dei desideri che non sono ancora riuscita ad avverare, ma spero con tutto il cuore che questo 2019 riesca a regalarmi qualche chilometro da dedicare a me.[learn_press_profile]
2 Commenti
che bella esperienza.
Serena, guarda, te lo consiglio vivissimamente!